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Fa ancora discutere la mancata inquadratura dei due monumenti più importanti della città del Palladio durante la diciassettesima tappa del Giro d´Italia.Riprese tv senza Rotonda. «Grave errore»

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La villa Rotonda vista dall´alto: ma non è stata ripresa dalla tv

La gara è passata, restano le polemiche. Sì, per quella villa palladiana, Capra detta la Rotonda, e per un altro capolavoro dell´architetto vicentino, la Basilica palladiana che sui video della Rai non sono comparsi. E ancora, la salita degli Ulivi, abbarbicata, sui Colli berici dove le telecamere non hanno saputo spaziare per dare un´idea, un´impressione, a chi seguiva il giro in Tv, di che cosa ci fosse attorno al circuito di gara.

Un´occasione persa, una festa a metà. Eppure, tutto è filato liscio: sole, 200 mila spettatori, nessun ferito tra i ciclisti, il quarto posto del vicentino Filippo Pozzato. Gli organizzatori della tappa hanno lavorato mesi e mesi per riportare il Giro in città. Tra loro Moreno Nicoletti, anima e cervello di un´iniziativa che ha saputo rimettere lo sport per antonomasia, il ciclismo, nel posto che occupa tra gli italiani e tra i veneti in particolare. Nel cuore.

«È stato un errore ingiustificabile - spiega l´avv. Claudio Pasqualin, componente del comitato -. Purtroppo c´è un solo responsabile ed è il team leader. Lo dico con un velo di tristezza, sono poco meno di 40 gli operatori Rai al seguito del Giro, evidentemente non hanno ricevuto gli input corretti. So per certo che Auro Bulbarelli si è arrabbiato per la postazione dove si vedevano le interviste: era girata verso viale Roma e non in viale Dalmazia, dove molti più spettatori avrebbero potuto seguire quanto avveniva in studio. Solo lavorando si commettono errori, diciamo che questo non doveva accadere. Non a Vicenza. E non lo sostengo per provincialismo - conclude - ma non si possono dimenticare i due monumenti più importanti di una città protetta dall´Unesco. In maniera molto diplomatica lo faremo sapere».

Un incidente che il direttore generale del Consorzio Vicenza è, che ha seguito tutta la gara in tv, bolla come un retrocessione calcistica. «Ormai siamo proprio in Lega Pro, nessuno ci considera più. Ho visto altre tappe e il trattamento che è stato riservato alla città e alla corsa sui Colli berici è stato da retrocessione - sostiene Vladimiro Riva -. Era inquadrato il percorso, ma non si intuiva quello che c´era attorno. E poi la Rotonda, la Basilica, sono sviste inammissibili. Ormai è andata. Ancora un´occasione persa. Bisogna osare di più - conclude Riva -. Vicenza non merita solo un arrivo potrebbe puntare ad un paio di giorni di permanenza della carovana rosa con una crono di mezzo. Allora sì che il turismo comincerebbe a farsi sentire».

Soddisfatto della manifestazione il governatore del Veneto, Luca Zaia, che ha ringraziato tutti i vicentini che hanno affollato le strade creando un´atmosfera emozionante «simbolo della passione e del legame che i nostri territori hanno con questo sport». «È un onore ospitare la Corsa in Rosa - ha spiegato Zaia -, la nostra regione ha dimostrato ancora una volta una grande capacità organizzativa. Il Giro d`Italia e il Veneto rappresentano un binomio vincente e inscindibile in grado di creare altre splendide pagine di sport». Infatti, sempre più spesso lo sport diventa un volano, un´occasione per far vedere non solo un territorio ma quanto vi è all´interno. Se le riprese su Lonigo non sono mancate e se gli operatori hanno scelto il santuario di Monte Berico per inquadrare la volata finale in città, forse nelle case degli italiani doveva entrare dell´altro, tra una salita e un arrivo coinvolgente.

«Non possiamo controllare tutto - dice Moreno Nicoletti - poi, a tre chilometri dal traguardo, si pensa al corridore. Sta di fatto che la tappa di ieri ha avuto un´audience molta alta, poi Basilica e Rotonda erano state fatte vedere di mattina nella scheda che precedeva la partenza. Mi rendo che non è la stessa cosa, ma concentriamoci sulla festa». «Nessuna polemica - taglia corto Stefania Villanova presidente del Comitato che ha organizzato la tappa - il successo è stato clamoroso. È vero, sono mancati due gioielli storici, ma c´erano 200 mila persone che hanno potuto vedere campioni, assaporare emozioni».
Intanto un lettore ci segnala che sugli schermi è passata un´immagine dell´Arena di Verona. Che dire? Oltre il danno anche la beffa. 
© IL GIORNALE DI VICENZA 24 MAGGIO 2013

Mercoledì il monumento era stato ignorato dalle riprese del Giro. Nella tappa di ieri il gioiello vicentino è stato scambiato per un´abitazione signorile sui colli. La Rotonda va in Rai. Ma è quella sbagliata

La tv è tornata in città per rimediare alla gaffe L´elicottero ha mostrato villa Folco a Monte Berico E la speaker: «Ecco la pura forma di Palladio...»

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Villa Piovene, sopra alle scalette di Monte Berico, scambiata dalla Rai per la Rotonda. COLORFOTO

Doveva essere il giorno del “risarcimento" per Vicenza. dopo che nella tappa di mercoledì i gioielli palladiani più conosciuti e copiati nel mondo erano stati oscurati dalle telecamere del servizio pubblico. Alle 15.05 su Rai 3 le premesse sembravano ottime: primo piano sull´orologio della Torre Bissara. Zoom. Campo lungo sulla Basilica Palladiana. Poi, l´irreparabile.

«Ed ecco Villa La Rotonda, la pura forma di Andrea Palladio, l´autore de “I quattro libri dell´architettura"». L´audio è inappuntabile. Viene citato anche Goethe (“Mai l´arte architettonica ha raggiunto un tal grado di magnificenza"). Peccato che le riprese aeree inquadrino un altro elegante edificio, distante qualche centinaio di metri dal capolavoro dell´architetto veneto. E l´orgoglio berico finisce sotto i tacchi.

Da parte di Mamma Rai l´intenzione di rimediare alla gaffe precedente c´è stata. L´occasione la dava l´ultima tappa, da Riese Pio X a Brescia, che riportava la carovana rosa sulle strade della città. Peccato che nemmeno stavolta i telespettatori abbiano potuto ammirare villa Almerico Capra. Sì, perché mentre la giornalista Alessandra De Stefano ricapitolava nella “cartolina" del Giro le bellezze artistiche del percorso, davanti agli occhi del pubblico è passata un´immagine sconosciuta anche ai vicentini. Si trattava di villa Piovene, tra la curva del Cristo e le scalette di Monte Berico, di proprietà degli eredi di Giancarlo Folco, l´industriale tessile scomparso nel 2011. Bellissima, per carità. Una reggia che non ha nulla da invidiare alle dimore dei divi di Hollywood, con un parco ben curato, campo da tennis e... piscina.Particolari decisamente poco palladiani, che avrebbe dovuto insospettire l´anonimo operatore (le immagini erano state registrate qualche ora prima). E invece no. Come si dice: pexo el tacon del sbrego.

Vladimiro Riva, che con il Consorzio “Vicenza È" si occupa di promozione turistica della città, ha rischiato di rimetterci il televisore al plasma. «Stavo per lanciare una scarpa contro lo schermo, poi mi sono trattenuto. Ma è stato un pugno allo stomaco. Sia chiaro: non ce li ho con gli organizzatori della tappa vicentina, che non hanno alcuna responsabilità. L´errore della Rai è stato clamoroso, non so se per ignoranza o per disinteresse. Di sicuro per mancanza di rispetto. Sabato mi sono guardato la tappa sulle Dolomiti, più volte nominate come patrimonio dell´umanità. Su Vicenza nessun cenno all´Unesco. Mercoledì nel furore agonistico si sono dimenticati di inquadrare la Rotonda, ma in compenso sono riusciti a far vedere il nuovo tribunale. Ieri è andata persino peggio».

Raggiunto al telefono, il team leader della spedizione giornalistica di Rai Sport Auro Bulbarelli è trasecolato. «Avevo segnalato personalmente agli elicotteristi di riprendere la villa, mi sembrava un modo gentile per rimediare alla dimenticanza di mercoledì. Le immagini ordinate sono arrivate pochi minuti prima della messa in onda. Poi è iniziata la diretta e non c´era modo di cambiarle. Ora per favore non massacrateci».

E chi ha lavorato per mesi (anche) per portare in tv uno dei tesori dei Berici, cosa dice? «Se non fossi arrabbiato - commenta l´avvocato Claudio Pasqualin - sarei divertito. Sabato mi ha chiamato Bulbarelli. Di sua iniziativa, e mi aveva assicurato che la svista sarebbe stata rimediata. Sono ancora incredulo. Ma noi non c´entriamo: ad impossibilia nemo tenetur».

© IL GIORNALE DI VICENZA 27 MAGGIO 2013

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