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Mille e più opportunità escursionistiche
nella provincia di Vicenza


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Fino a un paio di decenni fa si chiamavano banalmente palestre di roccia. Erano luoghi con vie di varia difficoltà, mai estrema, che venivano utilizzate d’inverno per allenarsi all’alpinismo classico su roccia. Ma da qualche tempo le pareti a bassa quota, facilmente accessibili, sono diventati ’cult’ per l’arrampicata anche più spinta. Il tutto grazie ad una nuova cultura dei materiali con l’addio a vecchi chiodi e un benvenuto agli ’spit’ fissati con il trapano, alle imbragature, a corde da 60 e più metri leggerissime e a tanti altri aggeggi, come i discensori ed i ’rinviì ad eliminare i nodi.
Il Veneto e, in particolare, il Vicentino, per gli appassionati del cosiddetto free climbing, propongono un offerta pressochè infinita. A pochi chilometri di auto e con minime passeggiate a piedi, se non direttamente dal parcheggio, si possono raggiungere pareti - in gergo falesie - accessibili a tutti, dalle vie estreme alle più facili. Dove per apprendere i rudimenti della tecnica si possono portare i bambini.
Storica palestra di roccia, oggi paradisi dell’arrampicata, tanto per citarne alcune, è quella di valle di Santa Felicita, a Romano d’Ezzelino. Propone vie e passaggi da semplici apprendisti ad esperti. Santa Felicita offre anche una breve ed ardita via ferrata che introduce i neofiti a questo tipi di salita.
Tra Treviso e Vicenza, sulle pendici del Grappa, spicca la valle di Schievenin, caratterizzata da una serie di massi giganteschi e torri naturali, separate in settori, dove sono state aperte numerosissime vie.
C’è poi sui colli Berici il complesso di Lumignano, mentre nel bellunese spicca la parete in località Igne (per esperti tutta su strapiombi) e la storica parete dei «alchi» a Soverzene.
Sul confine con il Friuli, a Erto, più recente ma luogo di culto per i free climber c’è la palestra (big e no-big) sopra la diga del Vajont. Come suggeriscono i nomi la big, tutta strapiombi, offre vie dal 7/o fino al 10/o grado, mentre il settore meno impegnativo supera il 7/o grado in alcuni casi ma offre alcune vie più accessibili, tra cui l’inequivocabile «Per i più piccini»
Salendo verso le Dolomiti le Cinque Torri, una volta per soli alpinisti, sono divenute una palestra di roccia vastissima e spettacolare con anche vie classiche di 2/o e 3/o grado accessibili ai più. Sul Falzarego, da oltre un decennio, gli alpini hanno attrezzato anche alcune vie molto interessanti - specie per i principianti o poco più - sul Sass de Stria. Per chi volesse cimentarsi su percorsi artificiali da un paio d’anni è possibile farlo, in grande stile, a Silea (Treviso) e a Verona.

fonte: ANSA

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