A GARA. Presentata a Firenze la candidatura per l´edizione del 2020
Indotto da 400 milioni di euro, ne servono 15 per candidarsi. «Il tracciato finale sui Colli Berici e arrivo in città». «La sfida è di tutto il Vicentino»
domenica 29 settembre 2013 CRONACA, pagina 12
L´appetito viene mangiando. Dopo la tappa del Giro d´Italia, peraltro la più seguita dell´ultima edizione, il Comitato promotore punta in alto e candida Vicenza e i Colli Berici a ospitare i Mondiali di ciclismo su strada nel 2020.
Ieri l´ufficializzazione di fronte alla stampa internazionale, durante l´edizione della gara che si sta svolgendo a Firenze. «La strada è in salita, ci saranno sicuramente altre proposte. Ma abbiamo il tempo e le possibilità per vincere», hanno commentato Alessandro Belluscio, Moreno Nicoletti, Claudio Pasqualin e Gabriele Viale del Comitato promotore ristretto.
L´EVENTO. Per il momento non ci sono altre candidature. Ma è presto. E questo giocare d´anticipo può fare la differenza a favore della proposta vicentina. Una proposta che avrebbe ricadute su tutto il territorio. Spiega Nicoletti da Firenze, dove sta andando in scena l´edizione 2013. «Qui da giorni non si trova una camera in albergo - dichiara -. È tutto pieno. Si parla di un milione e mezzo di persone in transito. Si stima, dati aggiornati a questi giorni, che questo appuntamento sportivo internazionale comporti un indotto sul territorio di 400 milioni di euro. Dal meccanico, al supermercato, dal tabaccaio al ristoratore: tutto il tessuto economico ne trarrà beneficio». Ma per arrivare a questo punto si deve lavorare tanto dietro alle quinte e il Comitato promotore è soltanto all´inizio. «È una sfida notevole. Ci vogliono 15 milioni di euro per partecipare. Ora dobbiamo creare un grande partenariato. Contatteremo tutte le istituzioni, associazioni di categoria, realtà associative che ci possano dare supporto - continua Viale -. Abbiamo due anni e mezzo di tempo per preparare il progetto di candidatura, vale a dire presentare un business plan completo e complesso: dai parcheggi, ai flussi di entrata e di uscita, oltre alla capacità di far fronte alla richiesta economica tramite fidejussioni. La sfida è di tutto il tessuto vicentino perché la ricaduta è importante. E gli obiettivi sono ambiziosi: mostrare al mondo Vicenza città del Palladio e intercettare i grandi flussi di cicloturismo sui Colli. Abbiamo sei anni per preparare il territorio a questa opportunità che potrà dare continuità di sviluppo anche dopo il Mondiale».
Sulle ricadute positive rincara anche Nicoletti: «Vicenza dovrà farsi bella per l´occasione speciale. Come è successo per l´arrivo del Giro d´Italia, si effettueranno delle operazioni strutturali, asflato sulle strade in primis. Con la gara in rosa, poi, abbiamo dimostrato che i vicentini sono un popolo di ciclisti: è stata la tappa più vista, oltre tre milioni di persone, con 250 mila spettatori che hanno seguito dal vivo l´arrivo. In ogni caso, quella è stata l´occasione per far vedere a tutti che il contesto scenografico berico è davvero di rara bellezza. È praticamente perfetto per questo tipo di gare dal punto di vista del tracciato sportivo».
IL TRACCIATO. E anche su questo Nicoletti ha già le idee chiare e anticipa: «I Colli Berici sono adattissimi a questa specialità. E il tragitto finale si snoderà in questa zona. L´arrivo, e il quartier generale, sarà in città. Ma la partenza si terrà da altre città venete, un modo per far vivere i Mondiali praticamente a tutto il Veneto». Conferma Belluscio: «La città del Palladio e la bellezza dei Colli Berici sono il nostro biglietto da visita. Sembrano nate per ospitare questo grande evento sportivo. Il percorso è stupendo e impegnativo e si adatta benissimo a tutte le categorie del campionato. Con il Giro abbiamo già dimostrato la capacità organizzativa, ma anche e soprattutto il sostengo delle categorie economiche e delle grandi imprese che noi speriamo sosterranno anche questa candidatura. A Firenze, dopo l´annuncio, ho visto grande entusiamo per la proposta berica. La partenza è stata buona». Il tifo c´è, insomma. Adesso non resta che correre. E crederci.
da IL GIORNALE DI VICENZA







