Sono le «ciaspolade», le passeggiate con ai piedi le racchette da neve («ciaspole» o «ciaspe»), una delle iniziative emergenti sul fronte delle proposte invernali sull’Altopiano di Asiago.
Un’offerta di scoperta di territori poco battuti che sta riscuotendo un successo sempre più crescente.
Le ciaspolade sono una disciplina aperta a tutti che ha nel comprensorio dei Sette Comuni uno dei "paradisi" a livello nazionale, vista la presenza di centinaia di chilometri di aree e piste incontaminate. Si va dai mille metri d’altitudine dei boschi attorno ad Asiago, Gallio, Canove e Cesuna, sino ai 1500-1600 di Valmaron e della piana di Marcesina, nel comune di Enego, l’area del comprensorio sciistico del Verena di Roana, le zone in alta quota a Campolongo di Rotzo e a Campomulo di Gallio, la piana di Granezza Monte Corno a Lusiana e nel versante più a nord del comune di Asiago, che comprende anche Cima Larici.
Numerose le associazioni, senza fini di lucro, che organizzano nei week-end questi eventi: i costi di partecipazione, attorno ai 10 euro, sono quasi simbolici, visto che è compresa l’assicurazione, spesso le bevande calde e di notte la presenza obbligatoria di una motoslitta.
«Sull’Altopiano le escursioni sulla neve con le ciaspole - spiega la guida alpina Alvise Basso, presidente del Biketrekking Asiago 7 Comuni - sono accessibili a tutti, anche ai bambini e alle persone anziane, in quanto i tragitti sono sostanzialmente ondulati, anche se non mancano percorsi più difficili, rivolti agli esperti. Nell’ultimo anno stiamo registrando grandi riscontri in termini di adesioni, con punte di 40-50 partecipanti ad uscita».
«Le ciaspolade - aggiunge Basso - vantano notevole fascino soprattutto nelle ore serali e notturne, in quelle che spesso diventano passeggiate al chiarore di luna e all’interno delle quali organizziamo una cena tipica in rifugio o in baita per rendere la gita più divertente. Un’altra novità, rivolta in particolare ai turisti, riguarda le uscite attorno alle 3 ore programmate nella mattinata di domenica, che rappresentano l’alternativa a chi non pratica lo sci alpino o il fondo».
Fonte: Ansa